Ma quali altre possibilità ci sono per imballare con materiali sostenibili? Questa domanda è diventata sempre più importante anche per i rivenditori. Il grossista Lidl, ad esempio, si è rivolto all’Empa con un mandato: il centro di ricerca di Dübendorf avrebbe dovuto sviluppare un’alternativa sostenibile alla plastica. Solo sul territorio svizzero nel 2020 sono stati venduti circa 470 milioni di chilogrammi di frutta e verdura: per la maggior parte avvolti nella plastica.
Un mircofilm che protegge
Dopo molti tentativi, il Cellulose & Wood Materials Laboratory, sotto la direzione del Dr. Gustav Nyström, ha trovato la soluzione: a partire da materiali biodegradabili, il laboratorio ha sviluppato una pellicola di cellulosa che può essere applicata su frutta e verdura. «Una volta asciutta, si forma uno strato di un micrometro invisibile e impercettibile al tatto», spiega Nyström, che ha accompagnato il progetto di ricerca.
Il punto clou: il materiale finale proviene dagli stessi prodotti che la pellicola andrà a rivestire ossia da prodotti agricoli che non hanno potuto essere venduti o che verrebbero gettati nell’immondizia. Tra questi troviamo ad esempio la sansa (gambi e bucce dalla produzione di succo), carote invendibili o bucce di mela. Le materie prime vengono lavate, essiccate, triturate e poi lavorate in un materiale che presenta una superficie reticolata.
«L’eleganza sta nell’utilizzo circolare», spiega Nyström. I primi studi preliminari sono molto promettenti. Il tempo di conservazione delle banane in laboratorio ha potuto essere aumentato di una settimana. «Questi valori sono ancora migliorabili», il ricercatore ne è convinto. «La pellicola di cellulosa non può però competere con una performance come quella della plastica», relativizza. Nella vendita di frutta e verdura, una prestazione simile non è però spesso nemmeno necessaria.
Nei negozi a partire da agosto 2023
La pellicola protettiva non presenta inoltre rischi per la salute. «Lo strato è lavabile», spiega il ricercatore. Se nonostante tutto dovessero rimanere dei residui, come ad esempio tra le rosette del cavolfiore, questi non influenzeranno né la preparazione tramite cottura né il consumo.
Dopo un primo studio preliminare, presto il prodotto verrà sottoposto a severi controlli e ottimizzato per l’impiego nella produzione industriale. Se lo studio principale si concluderà con successo, la pellicola di cellulosa sarà ottimizzata per l’industria entro agosto 2023 e impiegata quindi in 150 filiali Lidl.
Lidl e Empa hanno inoltre richiesto congiuntamente il brevetto per questa tecnologia. «È nel nostro interesse che questa procedura sia utilizzata estensivamente per sostituire la plastica ed evitare lo spreco alimentare proteggendo quindi l’ambiente», scrive Lidl sulla richiesta. Indicazioni più precise saranno fornite al termine dello studio principale.
Doch welche anderen Möglichkeiten gäbe es, nachhaltige Verpackungen zu verwenden? Diese Frage stellen sich zunehmend auch die Händler selbst. So zum Beispiel der Detailhändler Lidl, der mit einem Auftrag an die Empa gelangt ist: Das Forschungsinstitut in Dübendorf sollte nachhaltige Alternativen zu Plastik erforschen. Denn allein in der Schweiz wurden 2020 rund 470 Millionen Kilogramm Obst und Gemüse verkauft – ein Grossteil davon in Plastik verpackt.
Ein Mikrofilm schützt
Nach mehreren Versuchen wurde das Cellulose & Wood Materials Laboratory unter der Leitung von Dr. Gustav Nyström fündig: Aus bioabbaubaren Materialien entwickelte das Labor eine Cellulose-Schicht, die sich auf Früchte und Gemüse sprühen lässt. «Nach dem Trocknen bildet sich ein Film im Mikrometer-Bereich, den man weder sieht noch spürt», sagt Nyström, der das Forschungsprojekt begleitet.
Der Clou: Das Ausgangsmaterial stammt von denselben Produkten, die geschützt werden sollen – aus Erzeugnissen der Landwirtschaft, die nicht verkauft werden können oder sonst im Abfall landen. Dazu gehören zum Beispiel Trester (Stängel und Schalen aus der Saftproduktion), unverkäufliche Karotten oder Apfelschalen. Die Rohstoffe werden gewaschen, getrocknet, gemahlen und dann zu einem Material verarbeitet, das ein netzartiges Geflecht bildet.
«Die Eleganz liegt im zirkulären Ansatz», sagt Nyström. Erste Vorstudien klingen dabei vielversprechend. So konnte die Haltbarkeit von Bananen im Labor um sieben Tage erhöht werden. «Diesen Wert können wir noch verbessern», ist der Forscher überzeugt. «Mit einer Perfomance wie beim Plastik kann die Celluloseschicht aber nicht konkurrieren», relativiert er. Dies sei beim Verkauf von Früchten und Gemüse oft aber auch gar nicht nötig.
Ab August 2023 im Einsatz
Auch darf die Schutzschicht keine Gefahr für die Gesundheit darstellen. «Die Schicht soll abwaschbar sein», sagt der Forscher. Würden dennoch Rückstände bleiben, zum Beispiel in den Ritzen eines Blumenkohls, dürfen sie weder die Verarbeitung beim Kochen noch den Verzehr beeinflussen.
Nach einer Vorstudie wird die Erfindung nun auf Herz und Nieren geprüft und für die industrielle Produktion optimiert. Verläuft die Hauptstudie erfolgreich, soll das Cellulose-Coating ab August 2023 für die industrielle Umsetzung optimiert werden und danach in 150 Lidl-Filialen zum Einsatz gelangen.
Lidl und Empa haben zudem gemeinsam ein Patent auf die Technologie beantragt. «Es liegt aber in unserem Interesse, wenn das Verfahren im Sinne der Umwelt möglichst breit angewendet und Plastik sowie Food Waste reduziert werden», schreibt Lidl auf Anfrage. Genauere Angaben könne man nach Abschluss der Hauptstudie machen.