Se il riscaldamento globale raggiungesse i 3°C, il palazzo di Christiansborg a Copenaghen sarebbe allagato. Foto: Climate Central

Città sott’acqua: un sito web mostra le conseguenze dei cambiamenti climatici

Städte unter Wasser – Website zeigt Folgen des Klimawandels

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Le decisioni che prendiamo oggi in merito ai cambiamenti climatici influenzeranno l’aumento del livello dei mari nei prossimi decenni. Un sito web mostra come le città costiere potrebbero trovarsi sommerse dall’acqua.

È un dato di fatto: poiché le temperature globali aumentano, aumenta anche il livello dei mari. Quanto effettivamente aumenterà, dipende da quanto aumenteranno appunto le temperature. E quanto velocemente aumenterà, dipende soprattutto dalla velocità dello scioglimento dei ghiacciai.

Il ritmo a cui aumenta il livello dei mari è cresciuto notevolmente rispetto agli anni ‘90. L’aumento che subirà in futuro è tuttavia, almeno in parte, nelle nostre mani. Se riuscissimo a mettere un freno alle emissioni di CO2 e a limitare il riscaldamento globale a un massimo di 1,5°C, gli abitanti delle città costiere avrebbero ottime possibilità di mantenere i piedi all’asciutto. Se invece il riscaldamento globale dovesse eccedere i 3°C prima del 2030, cosa che succederebbe sicuramente se andassimo avanti come fatto finora, molte città finirebbero per somigliare a un set del film «Waterworld».

Fakt ist: Da sich die Temperaturen global erwärmen, wird der Meeresspiegel ansteigen. Wie stark er jedoch ansteigen wird, hängt von der globalen Erwärmung ab. Und wie schnell er steigen wird, bestimmt vor allem die Geschwindigkeit des Abschmelzens der Gletscher.

Tatsächlich hat sich das Tempo des Anstiegs des Meeresspiegels seit den 1990er-Jahren stark beschleunigt. Wie sehr er in Zukunft steigen wird, haben wir aber bis zu einem gewissen Grad selbst in der Hand. Gelingt es, die CO2-Emissionen im Zaum und die Erderwärmung bei 1,5 Grad zu halten, haben die Bewohnerinnen und Bewohner von küstennahen Städten gute Chancen auf trockene Füsse. Steigt die Erderwärmung bis 2030 jedoch um drei Grad Celsius an – und das wird sie, wenn wir weiterfahren wie jetzt – werden viele Städte an den Film «Waterworld» erinnern.

Se il riscaldamento globale raggiungesse i 3°C, il palazzo di Christiansborg a Copenaghen sarebbe allagato. Foto: Climate Central
Viaggio: I voli lunghi sono veri e propri killer del clima. Ecco perché è meglio andare in vacanza nel proprio Paese. Se dovete viaggiare più lontano, assicuratevi di pagare il piccolo supplemento per il risarcimento CO₂.
Anche il palazzo di Copacabana a Rio de Janeiro sarebbe raggiungibile in barca.  Foto: Climate Central
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Con l’inevitabile riscaldamento di 1,1°C, l’acqua sarebbe già spiacevolmente vicina a Buckingham Palace a Londra.  Foto: Climate Central
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Anche se il riscaldamento globale venisse limitato a 1,5°C, non sarebbe più possibile ad accedere a palazzo con i piedi asciutti.  Foto: Climate Central
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Un riscaldamento globale di 3°C trasformerebbe Buckingham Palace in un’isola.  Foto: Climate Central
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Anche la torre di Londra con un riscaldamento di 3°C diventerebbe una fortezza marittima.  Foto: Climate Central
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Con un riscaldamento di 1,5°C, il Santa Monica Pier di Los Angeles rimarrebbe completamente sommerso.  Foto: Climate Central
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Con un riscaldamento di 3°C, il Fisherman’s Wharf di San Francisco, tanto amato dai turisti, sarebbe visitabile solo in barca.  Foto: Climate Central
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Con un riscaldamento di 1,5°C, sarebbe ancora possibile ammirare il Chhatrapati Shivaji Maharaj Vastu Sangrahalaya a Mumbai.  Foto: Climate Central
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Con un riscaldamento di 3°C sarebbe invece possibile ammirare il tempio dalla stessa angolazione solo durante un’immersione.  Foto: Climate Central
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Animazioni come avvertimento

Sul sito web picturing.climatecentral.org viene mostrato come sarebbe il mondo in questo caso. Per oltre 180 città costiere in tutto il mondo, una prima foto mostra lo stato attuale mentre la seconda mostra come sarebbe se riuscissimo a contenere il riscaldamento a 1,5°C. È sempre disponibile, inoltre, un’animazione che mostra il livello che raggiungerebbe inevitabilmente l’acqua se il riscaldamento superasse i 3°C.

È impressionante e anche decisamente angosciante. Il Burj Khalifa di Dubai sarebbe una torre in mezzo al mare, il centro di San Pietroburgo diventerebbe una piscina e la cattedrale di San Paolo a Londra sarebbe raggiungibile solo in barca.

In aumento dal 1880

Il tempo è ormai agli sgoccioli. Dal 1880, il livello globale dei mari è aumentato di quasi 24 centimetri di cui un terzo nel corso degli ultimi venticinque anni. L’aumento è riconducibile a una combinazione tra lo scioglimento dei ghiacciai e l’espansione termica dell’acqua di mare causata dal riscaldamento globale. Nel 2020 il livello dei mari si attestava a 91,3 millimetri al di sopra della media del 1993 ed era quindi la media annuale più alta mai registrata dai satelliti.

Ecco come affonderanno le città costiere se non facciamo nulla (video in inglese). YouTube/Climate Central

Entro la fine del secolo, il livello dei mari crescerà verosimilmente di almeno un altro piede (circa 0,3 metri) rispetto al livello del 2000. E questo accadrà anche se le emissioni di gas serra nel prossimo decennio verranno limitate a un livello relativamente ridotto.

Otto delle dieci grandi città sulla costa

Chiaro, le differenze regionali sono notevoli. Negli Stati Uniti, ad esempio, quasi il 40 per cento degli abitanti vive lungo la costa e la densità della popolazione è relativamente elevata. L’aumento del livello dei mari ha però un ruolo centrale nelle inondazioni, nell’erosione della costa e nei pericoli causati dalle tempeste che interesseranno tutti noi. Inoltre, secondo l’«UN Atlas of the Oceans», otto delle dieci città più grandi del mondo si trovano vicino alla costa.

Lungo la costa, l’aumento del livello dei mari minaccia le infrastrutture necessarie per i posti di lavoro e l’industria regionale. Strade, ponti, metropolitane, approvvigionamento idrico, gasdotti e oleodotti, centrali elettriche, impianti di depurazione, discariche: tutti sono minacciati dall’aumento del livello dei mari. Inoltre, un livello elevato dei mari significa anche più piene e inondazioni. E quanto queste possano essere distruttive lo hanno scoperto a proprie spese anche regioni molto lontane dalla costa.

Animationen mit Warncharakter

Die Organisation Climate Central zeigt auf ihrer Website , wie das aussehen wird. Über 180 küstennahe Städte rund um den Globus sind zu sehen – einmal im Ist-Zustand, respektive im Zustand, wenn wir die Erwärmung bei 1,5 Grad halten können. Und einmal als Animation unter Wasser, was bei einer Erwärmung von drei Grad unvermeidbar sein wird.

Das ist eindrücklich – und durchaus beängstigend. Wenn etwa das Burj Khalifa in Dubai als Turm aus einem See ragt, das Zentrum von Sankt Petersburg einem Schwimmbad gleicht oder die St. Paul’s Cathedral in London per Boot erreicht werden muss.

Ansteigend seit 1880

Tatsächlich stehen die Uhren kurz vor zwölf. Der globale Meeresspiegel ist seit 1880 um etwa fast 24 Zentimeter gestiegen – davon ein Drittel in den letzten zweieinhalb Jahrzehnten. Der Anstieg ist hauptsächlich auf eine Kombination aus Schmelzwasser von Gletschern und der thermischen Ausdehnung des Meerwassers bei Erwärmung zurückzuführen. 2020 lag der Meeresspiegel 91,3 Millimeter über dem Durchschnitt von 1993. Das war der höchste Jahresdurchschnitt seit Beginn der Satellitenaufzeichnungen.

So gehen Küstenstädte unter, wenn wir nichts tun (Video auf Englisch). YouTube/Climate Central

Bis zum Ende des Jahrhunderts wird er wahrscheinlich um mindestens einen Fuss (rund 0,3 Meter) über das Niveau von 2000 ansteigen. Und das, selbst wenn die Treibhausgasemissionen in den nächsten Jahrzehnten auf relativ niedrigem Niveau bleiben.

Acht der zehn grössten Städte an der Küste

Klar, die regionalen Unterschiede sind gross. In den Vereinigten Staaten beispielsweise leben fast 40 Prozent der Bevölkerung in Küstengebieten mit relativ hoher Bevölkerungsdichte. Doch der Meeresspiegel spielt bei Überschwemmungen, Küstenerosion und Gefahren durch Stürme eine zentrale Rolle, die alle betrifft. Zudem befinden sich laut dem «UN Atlas of the Oceans» acht der zehn grössten Städte der Welt in Küstennähe.

Entlang den Küsten bedroht der Anstieg des Meeresspiegels Infrastrukturen, die für Arbeitsplätze und regionale Industrien notwendig ist. Strassen, Brücken, U-Bahnen, Wasserversorgung, Öl- und Gasquellen, Kraftwerke, Kläranlagen, Mülldeponien – sie alle sind durch den Meeresspiegelanstieg gefährdet. Zudem bedeutet ein höherer Meeresspiegel auch mehr Hochwasser und Überflutungen. Und wie zerstörerisch diese sein können, haben diesen Sommer auch Regionen weit weg von Meeresküsten erleben müssen.

Prima pubblicazione:  
3.12.2021
  Ultimo aggiornamento: 
3.12.2021
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