Mycrobez produce imballaggi in schiuma di funghi e vuole fare concorrenza al polistirolo. Foto: Mycrobez

"Via la plastica monouso!".

«Weg mit dem Wegwerf-Plastik!»

«Halte au plastique jetable!»

«Basta con la plastica usa-e-getta!»

Punti
|
3
Tempo minimo di lettura

Tre compagni di scuola di Basilea vogliono porre fine agli imballaggi di plastica dannosi per l'ambiente con la loro schiuma di funghi compostabile. L'industria è molto interessata. Moritz Schiller di Mycrobez fornisce informazioni.

Come le è venuta l'idea dei funghi?

Moritz Schiller: Noi - Moritz, Mosas e Jonas - ci conosciamo da quando eravamo bambini e abbiamo sempre sperimentato molto insieme. Ci siamo interessati ai funghi grazie al progetto di Jonas per la maturità. Voleva sviluppare una stampante 3D in grado di stampare funghi vivi e noi lo abbiamo sostenuto. Così abbiamo armeggiato per mesi nella nostra cantina fino a quando siamo riusciti a coltivare materiali funzionali da funghi rinnovabili. Siamo stati quindi incoraggiati a presentare i risultati della nostra ricerca a università e istituti superiori. Il sostegno che ne è derivato ha dato il via a tutta la storia.

Cosa possono fare i funghi?

Molto! Per me sono un fenomeno: oltre a essere insostituibili per il funzionamento degli ecosistemi, sono anche utilizzati come farmaci, ad esempio come antibiotici.

Come si usano esattamente?

Utilizziamo il micelio, la rete di radici dei funghi. Se siamo in grado di simulare le condizioni naturali di crescita, il micelio può assumere un'ampia varietà di proprietà dei materiali in combinazione con i rifiuti organici. Regolando parametri come la saturazione di CO2, l'umidità, il calore o la luce, siamo in grado di far crescere materiali diversi che possono sostituire senza problemi le applicazioni in plastica utilizzate oggi. Insieme ai nostri partner, sviluppiamo imballaggi farmaceutici, isolamenti per edifici e oggetti di design.

Gli imballaggi si decompongono alla fine nel terreno?

Proprio così. Tutti i nostri prodotti si decompongono in natura nel giro di poche settimane. Ciò richiede batteri e acqua. Con questa caratteristica centrale, vogliamo portare un cambiamento nell'industria dei rifiuti di plastica. Dopo tutto, circa il 98% dei prodotti in plastica come il polistirolo finisce in natura, dove provoca danni devastanti. Questo perché nei Paesi del Sud-Est asiatico spesso mancano le infrastrutture di riciclaggio.

Non siete i primi a sperimentare il confezionamento dei funghi. Cosa rende Mycrobez migliore degli altri?

Il composito di micelio in quanto tale esiste da decine di anni. Ad oggi, tuttavia, la sua produzione è ancora 20 volte più costosa rispetto alle applicazioni plastiche convenzionali e si possono produrre solo frazioni delle quantità richieste. Ciò è dovuto principalmente ai processi manuali. Con la nostra azienda vogliamo risolvere questo problema ripensando il processo di produzione. Vogliamo portare per la prima volta sul mercato di massa una schiuma ad economia circolare che possa competere con le applicazioni standard come il polistirolo in termini di prezzo e quantità.

Wie seid ihr auf die Idee mit den Pilzen gekommen?

Moritz Schiller: Wir – Moritz, Mosas und Jonas – kennen uns schon seit dem Kindesalter und haben immer schon viel zusammen experimentiert. Auf die Pilze gekommen sind wir durch die Maturarbeit von Jonas. Er wollte einen 3D-Drucker entwickeln, der lebendiges Pilzgeflecht drucken konnte – und wir haben ihn dabei unterstützt. So haben wir monatelang in unserem Weinkeller gepröbelt, bis wir funktionsfähige Materialien aus nachwachsenden Pilzen züchten konnten. Uns wurde dann nahegelegt, unsere Forschungsergebnisse an Universitäten und Hochschulen vorzustellen. Mit der daraus resultierenden Unterstützung kam die ganze Geschichte ins Rollen.

Was können Pilze leisten?

Eine Menge! Für mich sind sie ein Phänomen – mal abgesehen davon, dass sie unersetzlich für funktionierende Ökosysteme sind, werden sie u.a. auch als Medikamente eingesetzt, z.B. als Antibiotikum.

Wie setzt ihr sie genau ein?

Wir nutzen das Myzel, das Wurzelgeflecht der Pilze. Wenn man in der Lage ist, die natürlichen Wachstumsbedingungen zu simulieren, kann das Myzel in Verbindung mit Biomüll die verschiedensten Materialeigenschaften annehmen. So ist es uns möglich, durch Anpassungen von Parametern wie CO2-Sättigung, Feuchtigkeit, Hitze oder Licht verschiedene Werkstoffe zu züchten, die heute verwendete Plastikanwendungen nahtlos ersetzen können. So entwickeln wir mit unseren Partnern Pharmaverpackungen, Gebäudedämmungen oder Designobjekte.

Zersetzen sich eure Verpackungen schlussendlich wieder in Erde?

Richtig. Alle unsere Produkte zersetzen sich in freier Natur innert weniger Wochen. Dafür benötigt werden Bakterien und Wasser. Mit dieser zentralen Eigenschaft wollen wir Veränderung in die Verschleissplastik-Industrie bringen. Denn: Plastikprodukte wie z.B. Styropor landen zu ca. 98 Prozent in der Natur, wo sie verheerende Schäden anrichten. Dies, da in den südost-asiatischen Endländern oft die Recycling-Infrastruktur fehlt.

Ihr seid nicht die Ersten, die mit Pilzverpackungen experimentieren. Was macht Mycrobez besser als die anderen?

Das Myzelkomposit als solches existiert schon seit Dutzenden von Jahren. Bis heute ist es in der Herstellung jedoch noch um den Faktor 20 teurer als herkömmliche Plastikanwendungen und es können nur Bruchteile der benötigten Mengen hergestellt werden. Dies ist hauptsächlich auf manuell durchdrungene Prozesse zurückzuführen. Dieses Problem wollen wir mit unserem Unternehmen lösen, indem wir den Herstellungsprozess neu denken. Wir wollen erstmalig einen kreislaufwirtschaftlichen Schaumstoff auf den Massenmarkt bringen, der in Preis und Menge mit Standardanwendungen wie Styropor mithalten kann.

Moritz Schiller, comment vous est venue l’idée d’utiliser des champignons pour remplacer le plastique?

Mosas, Jonas et moi, nous nous connaissons depuis l’enfance et avons toujours expérimenté beaucoup de choses ensemble. Nous avons découvert les champignons grâce au travail de maturité de Jonas. Il voulait développer une imprimante 3D capable d’imprimer les entrelacements de champignons vivants, et nous l’avons soutenu dans sa démarche. Durant des mois, nous avons donc bricolé dans notre cave à vin jusqu’à ce que nous puissions «cultiver» des matériaux fonctionnels à partir de champignons renouvelables. On nous a ensuite suggéré de présenter les résultats de nos recherches aux universités et aux hautes écoles. Le soutien qui en a résulté a permis d’aller de l’avant dans ce projet.

Que peuvent faire les champignons?

Beaucoup de choses! À mes yeux, leurs pouvoirs sont phénoménaux. Hormis le fait qu’ils soient irremplaçables dans le bon fonctionnement des écosystèmes, ils sont également utilisés en tant que médicaments, par exemple sous forme d’antibiotiques.

Comment les utilisez-vous exactement?

Nous nous servons du mycélium, le réseau de racines des champignons. Si l’on est capable de simuler ses conditions naturelles de croissance, ce dernier, associé aux déchets biologiques, peut prendre les propriétés matérielles les plus diverses. Ainsi, en adaptant des paramètres tels que la saturation en CO2, l’humidité, la chaleur ou la lumière, il nous est possible de «cultiver» différents matériaux qui peuvent aujourd’hui, sans problème, remplacer l’utilisation du plastique dans de nombreux domaines. Nous développons ainsi avec nos partenaires des emballages pharmaceutiques, des isolations pour les bâtiments ou encore des objets design.

Vos emballages finissent-ils par se décomposer une fois en terre?

Effectivement. Tous nos produits se décomposent dans la nature en quelques semaines. Ce processus ne nécessite que des bactéries et de l’eau. Grâce à cette caractéristique centrale, nous voulons apporter un changement dans l’industrie du plastique. En effet, les produits en plastique, à l’instar du polystyrène expansé, finissent à près de 98% dans la nature, où ils causent des dommages dévastateurs. Et ce, parce que l’infrastructure de recyclage fait souvent défaut dans les pays finaux d’Asie du Sud-Est.

Vous n’êtes pas les premiers à expérimenter les emballages à base de champignons. En quoi Mycrobez est-il mieux que les autres?

Le composite mycélien en tant que tel existe depuis des dizaines d’années déjà. Cependant, à ce jour, il reste 20 fois plus cher à fabriquer que les plastiques produits traditionnellement et seule une petite quantité de ce qui serait nécessaire peut être générée. Cela résulte principalement des processus, qui sont actuellement réalisés manuellement. Avec notre entreprise, nous souhaitons résoudre ce problème en repensant le procédé de fabrication. Nous voulons lancer sur le marché de la grande consommation, pour la première fois, une mousse fongique circulaire dont le prix et la quantité peuvent rivaliser avec des produits classiques, comme le polystyrène.

Come siete arrivati all’idea di utilizzare i funghi?

Moritz Schiller: Noi tre, Moritz, Mosas e Jonas, ci conosciamo fin dall’infanzia e abbiamo sempre fatto esperimenti insieme. Ai funghi siamo arrivati grazie al lavoro di maturità di Jonas. Voleva sviluppare una stampante 3D che potesse stampare un reticolato vivo di funghi e noi lo abbiamo aiutato. Abbiamo passato dei mesi a fare esperimenti in cantina finché siamo riusciti a sviluppare un materiale funzionale da funghi allevabili. Ci è stato quindi suggerito di presentare i nostri risultati a università e scuole professionali. Grazie al loro sostegno, ecco che la storia arriva al giorno d’oggi.

Cosa possono offrire i funghi?

Enormi opportunità! Per me sono un vero fenomeno a prescindere dal fatto che sono insostituibili per un ecosistema funzionante e vengono impiegati anche come medicine e per produrre antibiotici.

Come li sfrutta di preciso Mycrobez?

Noi sfruttiamo il micelio, il reticolo di radici del fungo. Se si riescono a simulare le condizioni naturali di crescita, il micelio può essere indotto, in contatto con i rifiuti biologici, ad assumere differenti caratteristiche materiali. Per noi è quindi possibile modificare parametri come saturazione della CO2, umidità, calore o luce per allevare differenti materiali che al giorno d’oggi possono tranquillamente sostituire la plastica in tutti i suoi utilizzi. In collaborazione con i nostri partner sviluppiamo quindi imballaggi per farmaci, materiale per l’isolamento degli edifici e oggetti di design.

I vostri imballaggi si decompongono completamente?

Proprio così. Tutti i nostri prodotti si decompongono nella natura nel giro di qualche settimana. Servono solo batteri e acqua. Grazie a questa caratteristica fondamentale, vogliamo portare un cambiamento nell’industria della plastica monouso. I prodotti di plastica come il polistirene vengono gettati per il 98 per cento nella natura dove causano danni devastanti. Questo accade poiché nei Paesi in via di sviluppo del sud-est asiatico spesso mancano le infrastrutture per il riciclaggio.

Non siete i primi a sperimentare con gli imballaggi a base di funghi. Cosa rende Mycrobez migliore della concorrenza?

Il nostro materiale a base di micelio esiste in sé già da decine di anni. Fino ad oggi tuttavia era fino a 20 volte più costoso rispetto alla classica plastica e poteva essere prodotta solo una parte infinitesimale del reale fabbisogno. Questo è da ricondursi principalmente al processo di produzione manuale. Con la nostra impresa vogliamo risolvere proprio questo problema e ripensare completamente il processo di produzione. Vogliamo portare per la prima volta un materiale da economia circolare sul mercato di massa che possa tenere il passo con il polistirene per l’utilizzo standard a livello di prezzo e di quantità.

I fondatori della start-up si conoscono fin dall'infanzia. Foto: Mycrobez
Viaggio: I voli lunghi sono veri e propri killer del clima. Ecco perché è meglio andare in vacanza nel proprio Paese. Se dovete viaggiare più lontano, assicuratevi di pagare il piccolo supplemento per il risarcimento CO₂.
Il materiale di partenza è costituito da rifiuti organici. Questo viene inoculato con colture fungine, modellato ed essiccato. Foto: Mycrobez
Viaggio: I voli lunghi sono veri e propri killer del clima. Ecco perché è meglio andare in vacanza nel proprio Paese. Se dovete viaggiare più lontano, assicuratevi di pagare il piccolo supplemento per il risarcimento CO₂.
Nessun articolo trovato.

Quali sono le sfide?

Come per ogni prodotto biologico, dobbiamo affrontare anche la sfida della durata. Ad esempio, per l'isolamento delle case realizzato con i funghi è necessario trovare un rivestimento che protegga lo strato isolante naturale dall'umidità. Altrimenti l'isolamento si degrada dopo pochi anni e in inverno diventa freddo. Un'altra sfida riguarda l'accettazione da parte della società, per la quale i materiali ricavati dai funghi sono ancora una novità e richiedono un po' di tempo per abituarsi.

Come si fa a rendere resistente l'imballaggio dei funghi?

Un'opzione è rappresentata dai rivestimenti naturali, come la cera. Tuttavia, questi sono spesso troppo costosi per l'uso industriale. Per il momento ci concentriamo sull'industria dell'imballaggio, dove il problema del rivestimento è una sfida minore. Lavoriamo ogni giorno per ottimizzare ulteriormente le proprietà del materiale e siamo aperti a collaborazioni nel campo dei rivestimenti sostenibili.

La prima confezione di Mycrobez sarà lanciata quest'anno?

Siamo principalmente coinvolti in progetti lighthouse con partner selezionati. Stiamo lavorando su diverse applicazioni innovative che hanno il potenziale per dare un forte esempio nei rispettivi settori. Questo è certo: se i prodotti raggiungono la maturità di mercato, il pubblico ne sentirà sicuramente parlare.

Ulteriori informazioni sono disponibili su mycrobez.ch.

Wo liegen die Herausforderungen?

Wie bei jedem Bio-Produkt besteht auch bei uns die Herausforderung der Beständigkeit. Beispielsweise sollte für eine Häuser-Dämmung aus Pilz eine Beschichtung gefunden werden, die die natürliche Isolationsschicht vor Feuchtigkeit schützt. Ansonsten baut sich die Dämmung nach wenigen Jahren ab und es wird kalt im Winter. Eine weitere Herausforderung liegt in der Akzeptanz der Gesellschaft, für die Materialien aus Pilzen noch etwas neues und gewöhnungsbedürftiges sind.

Wie macht man Pilzverpackungen resistent?

Eine Möglichkeit sind natürliche Beschichtungen wie z.B. Wachs. Diese sind für die industrielle Nutzung jedoch oft zu teuer. Unseren Fokus legen wir vorerst auf die Verpackungsindustrie, wo die Beschichtungsproblematik eine untergeordnete Herausforderung darstellt. Wir arbeiten täglich daran, die Materialeigenschaften weiter zu optimieren und sind offen für Partnerschaften im Bereich nachhaltiger Beschichtungen.

Wird dieses Jahr die erste Mycrobez-Verpackung auf den Markt kommen?

Wir engagieren uns hauptsächlich in Leuchtturm-Projekten mit ausgewählten Partnerinnen und Partnern. So arbeiten wir an verschiedenen innovativen Anwendungen, die das Potential haben, ein starkes Zeichen in den jeweiligen Industrien zu setzen. So viel ist sicher: Sollten die Produkte Marktreife erlangen, wird die Öffentlichkeit mit Sicherheit davon erfahren.

Weitere Informationen unter mycrobez.ch.

Quels sont les défis à relever?

Comme pour tout produit bio, nous devons relever celui de la durabilité. Pour une isolation de maison en champignons, par exemple, il faut trouver un revêtement qui protège la couche d’isolation naturelle de l’humidité, sans quoi l’isolation se dégrade au bout de quelques années et il fait froid en hiver. Un autre challenge réside dans son acceptation par la société, car les matériaux à base de champignons sont encore quelque chose de nouveau et auquel il faut s’habituer.

Comment rendre les emballages fongiques résistants?

Une possibilité consiste à recourir à des revêtements naturels, comme la cire. Mais ceux-ci sont souvent trop chers dans le cadre d’une utilisation industrielle. Pour l’instant, nous nous concentrons donc sur l’industrie de l’emballage, où la problématique du revêtement représente un défi secondaire. Nous travaillons chaque jour à optimiser davantage les propriétés des matériaux et sommes ouverts à des partenariats dans le domaine des revêtements durables.

Le premier emballage Mycrobez sera-t-il commercialisé cette année?

Nous nous engageons principalement dans des projets phares avec des partenaires dûment sélectionnés. Nous travaillons ainsi sur différentes applications innovantes qui ont le potentiel de donner un signal fort dans les industries concernées. Une chose est sûre: si nos produits atteignent le stade de la commercialisation, le public en sera informé.

Plus d’informations sur www.mycrobez.ch.

Quali sono le sfide principali?

Come per tutti i prodotti bio, anche per noi si pone la sfida della resistenza. Ad esempio, per l’isolamento degli edifici a base di funghi serve un materiale che protegga lo strato di isolamento naturale dall’umidità. Altrimenti l’isolamento si decompone dopo pochi anni e in casa farà freddo durante l’inverno. Un’altra sfida è l’accettazione da parte della società per i materiali a base di fungo: sono qualcosa di nuovo a cui occorre ancora abituarsi.

Come si possono rendere resistenti gli imballaggi a base di funghi?

Una possibilità è aggiungere strati naturali come ad esempio la cera. Questo tuttavia rende i materiali spesso troppo costosi per l’utilizzo industriale. Il nostro focus resta comunque sull’industria degli imballaggi dove la problematica della stratificazione è una sfida secondaria. Lavoriamo giorno dopo giorno per ottimizzare ulteriormente le caratteristiche dei materiali e siamo aperti a nuove collaborazioni nel settore della stratificazione sostenibile.

Quest’anno vedremo il primo imballaggio Mycrobez sul mercato?

Ci impegniamo principalmente in progetti-faro con partner selezionati. Lavoriamo ad esempio a numerosi utilizzi innovativi che hanno il potenziale per dare un forte segnale nel settore dell’industria. Una cosa è certa: se i prodotti dovessero rivelarsi pronti per il mercato, il pubblico potrà certamente testarli con mano.

Ulteriori informazioni su mycrobez.ch.

Prima pubblicazione:  
13.2.2024
  Ultimo aggiornamento: 
4.4.2024
Partecipare al sondaggio
Controlla la tua risposta

Seleziona una risposta

Grande! Hai vinto.

0
Punti
Vai al negozio di punti

Che vergogna!

0
Riprova subito.
Vai al negozio di punti
Ops! Qualcosa è andato storto durante l'invio del modulo.
Salviamo la tua risposta

Seleziona una risposta

Grande! Hai vinto.

Punti
Vai al negozio di punti
Ops! Qualcosa è andato storto durante l'invio del modulo.
Controlla la tua risposta

Grande! Hai vinto.

0
Punti
Vai al negozio di punti
Ops! Qualcosa è andato storto durante l'invio del modulo.

Condividi questa storia

Altre storie