Il luogo ideale: i parchi eolici nel Giura, come questo a Mont Soleil, garantiscono un approvvigionamento stabile di elettricità. Raisa Durandi/Tamedia
Idealer Standort: Windparks liefern im Jura, wie hier auf dem Mont Soleil, am zuverlässigsten Strom. Raisa Durandi/Tamedia
La Svizzera potrebbe essere completamente autosufficiente
Die Schweiz könnte sich komplett selbst versorgen
Punti
|
2
Tempo minimo di lettura
Un nuovo studio mostra che impiegando esclusivamente le energie rinnovabili, la Svizzera potrebbe diventare quasi completamente indipendente dai fornitori esteri di elettricità avvicinandosi quanto più possibile alla neutralità climatica.
Eine neue Studie zeigt: Die Schweiz könnte alleine mit erneuerbaren Energien fast unabhängig von ausländischen Stromanbietern werden und damit maximale CO2-Neutralität erreichen.
Quando il Consiglio federale ha interrotto le trattative per l’accordo quadro con l’UE, i media hanno puntato i riflettori sul tema dell’approvvigionamento di elettricità. La questione principale: come si possono evitare gli eventuali periodi di scarsità che si presentano in particolare nei mesi invernali? Senza centrali atomiche, la Svizzera presenta un deficit di 29 terawattora di elettricità che corrispondono al 46 per cento del fabbisogno totale svizzero sull’arco di un anno. Il resto è garantito da centrali idriche e da altre fonti.
Proprio nel momento in cui il Consiglio federale ha staccato la spina dei negoziati per l’accordo quadro, i ricercatori dell’EPFL e dell’Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF) hanno pubblicato uno studio che presenta una possibile soluzione. Tre quarti dell’energia mancante potrebbero essere forniti dall’energia eolica e il restante quarto dall’energia solare. Gli impianti dovrebbero però essere installati nel posto giusto.
Energia eolica nel Giura
La giusta collocazione è il risultato di un metodo di calcolo sviluppato dai ricercatori Jérôme Dujardin, Annelen Kahl e Michael Lehning. Il metodo mostra quali energie rinnovabili sono più adatte a quale collocazione tenendo in considerazione topografia, microclima e riserve d’acqua per le centrali idriche. Nel calcolo confluiscono inoltre dati meteorologici e satellitari. La Svizzera è il primo Paese utilizzato come esempio dai ricercatori.
Il team ha scoperto ad esempio che il Giura è la regione migliore per installare centrali eoliche. Il 40 per cento degli impianti eolici dovrebbe quindi essere costruito in aree disabitate del Giura. Gli impianti restanti andrebbero suddivisi tra le Alpi e le Prealpi tenendo conto che la distanza minima tra impianti eolici e abitazioni dovrebbe essere di almeno 500 metri.
Le città non sono adatte all’energia solare
Anche gli impianti solari dovrebbero trovarsi prevalentemente sulle Alpi secondo lo studio. In inverno, il sole splende più spesso sulle montagne e la neve riflette e intensifica i raggi solari. A causa della nuvolosità dei mesi invernali, le città non sono invece per nulla adatte. Le fluttuazioni nella produzione di elettricità possono essere ammortizzate con centrali di accumulazione con pompaggio e bacini di accumulazione.
Michael Lehning, professore e responsabile del laboratorio di scienze della criosfera che partecipa allo studio, sa perfettamente che si tratta di uno scenario idealizzato. «Lo studio mostra una variante estrema che non è possibile attuare», spiega. Le centrali eoliche sono ad esempio in una situazione difficile in Svizzera e tocca alla politica trovare compromessi praticabili.
«Vogliamo tuttavia mostrare che è possibile ottenere un approvvigionamento stabile e al contempo una piena neutralità a livello di CO2», spiega. Il fatto che lo studio sia stato pubblicato proprio nel momento in cui il Consiglio federale ha spento la luce sull’accordo quadro è assolutamente casuale.
Als der Bundesrat die Verhandlungen zum Rahmenabkommen abbrach, richteten die Medien das Scheinwerferlicht umgehend aufs Thema Stromversorgung. «Wie lassen sich allfällige Engpässe besonders in den Wintermonaten vermeiden?», lautet die Frage. Ohne Atomkraftwerke besteht in der Schweiz ein Defizit von 29 Terawattstunden Strom – was 46 Prozent des Gesamtbedarfs der Schweiz in einem Jahr entspricht. Der Rest wird bereits von Wasserkraft und aus anderen Quellen gedeckt.
Just als der Bundesrat dem Rahmenabkommen aber den Stecker zog, haben Forschende der ETH Lausanne (EPFL) und des Schweizer Lawinenforschungsinstitut (SLF) eine Studie veröffentlicht, die eine mögliche Lösung aufzeigt. Drei Viertel des fehlenden Energiebedarfs liessen sich nämlich mit Windkraft und ein Viertel mit Solarenergie abdecken – sofern die Anlagen an den richtigen Orten stünden.
Windkraft aus dem Jura
Dies resultiert aus einer Berechnungsmethode, die von den Forschenden Jérôme Dujardin, Annelen Kahl und Michael Lehning entwickelt wurde. Die Methode zeigt auf, welche erneuerbaren Energien sich an welchen Standorten am besten eignen. Berücksichtigt werden dabei die Topografie, das Mikroklima sowie die Speicherung von Wasserenergie. In die Berechnung fliessen zudem Wetter- und Satellitendaten ein. Die Schweiz diente den Forschenden als erstes Fallbeispiel.
Sie fanden heraus, dass sich zum Beispiel der Jura als bedeutendste Region für Windkraftanlagen eignet. 40 Prozent der Windkraftanlagen müssten demnach in unbewohnten Gebieten des Juras stehen. Die restlichen Anlagen würden sich über die Voralpen und Alpen verteilen. Berücksichtigt wird dabei, dass der Abstand zwischen Windkraftanlagen und Wohnhäusern mindestens 500 Meter beträgt.
Städte kaum geeignet für Solarstrom
Auch die Solaranlagen sollten laut der Studie vorwiegend in den Alpen stehen. Im Winter scheint die Sonne hier öfter und der reflektierende Schnee verstärkt die Sonneneinstrahlung zusätzlich. Aufgrund der Bewölkung in den Wintermonaten eigneten sich Städte hingegen kaum. Die Fluktuation bei der Stromproduktion würde mit Pumpspeichern und Speicherseen abgefedert.
Michael Lehning, Professor und Leiter des an der Studie beteiligten Labors für Kryosphärenforschung, ist sich bewusst, dass es sich um Idealannahmen handelt. «Die Studie zeigt eine extreme Variante, die sich so kaum umsetzen lässt», sagt er. Windkraftwerke hätten in der Schweiz zum Beispiel einen schweren Stand. Es liege an der Politik, einen gangbaren Mittelweg zu finden.
«Wir wollen aber zeigen, dass eine stabile Versorgung bei vollständiger CO2-Neutralität möglich wäre», sagt er. Dass die Studie genau zum Zeitpunkt veröffentlicht wurde, als der Bundesrat das Rahmenabkommen ausknipste, sei jedoch Zufall.